Oratorio • un ponte tra la Chiesa e la strada

Spazio dedicato ai Catechisti, Educatori e Animatori

Oratorio • un ponte tra la Chiesa e la strada

Messaggioda Marco Mala » 04 novembre 2008 01:32

Definiamo l’oratorio come quel tessuto di relazioni educative messe in atto da una comunità cristiana, che si sviluppano in uno spazio che sta a metà tra la strada e la chiesa per aiutare il giovane a costruirsi una personalità umana e cristiana. Per strada si intendono gli spazi della vita quotidiana e per chiesa si intende il luogo della celebrazione liturgica. L’oratorio non si riduce a registrare le povertà della strada, né si dedica a ripetere le celebrazioni liturgiche. Non è il prolungamento della sacrestia, lo potrebbe essere se fosse solo la somma delle aule di catechismo, né l’ampliamento della strada, o potrebbe essere se fosse solo un divertimentificio. E’ lo spazio che la comunità cristiana si dà per aiutare un giovane a costruirsi una personalità umana e cristiana.

L’oratorio è lo spazio in cui si fa amicizia, si gioca, si prega, si fa sport, si sta assieme, ci si innamora, si fanno attività, si discute... L’Oratorio e’ vita.

Possiamo pensare l'oratorio come 3 cerchi:

:arrow: Il primo cerchio è rappresentato dal tempo libero, dal gioco e dalla festa: L’oratorio è anzitutto un luogo in cui i giovani possono incontrarsi, aggregarsi in forme molteplici, fare gruppo liberamente. Più che sugli stessi interessi e compiti, spesso ci si aggrega sull’amicizia. Prevale il gusto di riconoscersi e scegliersi, di confermare gli altri come esistenti. Tutto questo viene a confluire in un’attività distintiva: il gioco inteso come insieme delle attività spontanee che non hanno alcun fine utile. Il gioco è fine e non mezzo. E’ momento di estrema gratuità e libertà. Vicino al gioco è la festa. L’oratorio educa a vivere la festa come atteggiamento e come giorno di festa, come domenica.

:arrow: Il secondo cerchio è quello delle attività strutturate e dei laboratori: a partire da specifici bisogni e interessi giovanili o da situazioni di povertà che sfidano gli stessi giovani ad intervenire con un servizio volontario. Da sempre l’oratorio conosce al suo interno attività culturali tese a mettere i giovani a contatto con l’esperienza culturale e circostante, e attività di promozione sociale tese ad inserirli attivamente nei più vasti ambiti della vita sociale.
Sono attività culturali il cineforum e le tavole rotonde su vari problemi, come anche i campiscuola centrati sulla maturazione affettiva o sull’impegno politico.
Sono attività di promozione sociale quelle che conducono a interagire con le istituzioni sociali ed ecclesiali e ad assumersi compiti nel servizio ai più piccoli o agli emarginati, nel sostenere le attività culturali del paese o gestire una società sportiva; offrire ai più giovani la possibilità di fare sport è servizio sociale, non meno dell’aiuto agli handicappati.

:arrow: Un terzo gruppo di attività sono quelle più da vicino legate alla trasmissione della fede; si celebra la vita; c'è un dialogo tra la persona e Dio: In questo ambito l’oratorio prevede momenti di catechesi in cui vengono ad intrecciarsi la domanda di senso dei giovani, la fede che permea l’oratorio, i grandi eventi di Gesù e dei primi cristiani. Allo stesso modo l’oratorio conosce momenti e tempi di preghiera e di celebrazione comunitaria. La partecipazione all’eucaristia e alla penitenza sono attività centrali nella vita di un oratorio.


Alla base della proposta oratoriana possono essere individuate tre scelte:

:arrow: Scelta missionaria: non è il ragazzo che si deve interessare alla parrocchia, ma la parrocchia che si interessa a lui. Questa scelta si esprime anche con l’immagine di una Chiesa che deve “uscire dal proprio steccato” e “farsi prossimo “ al mondo giovanile”. Oratorio = missione aperta nel continente giovanile.
passare dal dovere del ragazzo/a di essere cristiano. al diritto del ragazzo/a di conoscere Cristo.
“Abbiamo relegato il vangelo a recinti sacri, a luoghi sicuri, a condizioni talora impossibili. Senza accorgerci lo abbiamo fatto diventare un premio per i buoni piuttosto che una speranza per tutti, una offerta a chi lo merita piuttosto che un dono gratuito, una consolazione per chi ne sa parlare, piuttosto che una luce per chi cerca senza saperlo.” Don Tonelli

:arrow: Scelta educativa: Partendo dal tempo libero, l’oratorio scommette sull’educazione pensata come sviluppo dell’umano e del cristiano. Partendo dal tempo libero si intende così fare emergere e rispondere ai bisogni, alle esigenze, alle aspirazioni al desiderio di vita che Dio ha messo come suo sigillo nel cuore di ogni ragazzo (anche del più “ scalcinato”) e che può essere legato alla sua necessità di sentirsi “valore”, di essere stimato, di avere fiducia in sé stesso, di essere amato ed anche diventare protagonista della propria vita.
La scelta educativa richiede l’assunzione di uno sguardo sul mondo giovanile tale per cui IL BICCHIERE E’ SEMPRE MEZZO PIENO.
Non bisogna lamentarsi di ciò che manca nei giovani ma incarnare la propria azione educativa in quello che c’è.

:arrow: Scelta dell'incarnazione: E’ una conseguenza di ciò che abbiamo appena detto. La chiesa crede nella possibilità di raggiungere i giovani lì dove sì trovano, nella situazione, più o meno avvantaggiata, che vivono. In poche parole: non esiste nessuna situazione così disperatamente povera da non poter accogliere un intervento educativo. In ogni uomo permane sempre un germe di bene, dono divino, nel quale l’educatore è chiamato ad incarnarsi. Per riprendere l’immagine iniziale possiamo dire che in ogni ragazzo c’è sempre un bisogno di vita che “preme” e che l’educatore ha il compito di contattare.
Rispondere al bisogno di vita del ragazzo significa fare la volontà di Dio che ha mandato nel mondo il suo Figlio per salvare il mondo.
I segni di questa salvezza, nel Vangelo sono le guarigioni ed i miracoli che ridanno la vista ai ciechi e resuscitano i morti. Incarnarsi, significa oggi anche giocare con i ragazzi se questo non è solo un passatempo riempitivo ma l’accoglienza della Vita che c’è nel ragazzo. Proprio in nome di questa accoglienza, nell’oratorio non può essere sottaciuto l’annuncio cristiano del Signore della Vita.

fonte: corso creativ rielaborando dispensa e appunti
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