L’eucarestia per la vita quotidiana secondo cattolici, ortodossi e protestanti

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Nella sua giornata penultima di sabato 10 settembre il Congresso Eucaristico ha visto un momento importante del suo svolgimento: il confronto su eucarestia e vita quotidiana tra le tre grandi tradizioni cristiane, quella cattolica, quella ortodossa e quella protestante. Nella cornice del nuovo auditorium della Mole di Ancona hanno preso la parola nell’ordine mons. Mansueto Bianchi, vescovo responsabile dell’ufficio CEI per l’ecumenismo e il dialogo, mons. Ghennadios Zervos, metropolita d’Italia e Malta per il patriarcato ortodosso di Costantinopoli, e infine la pastora protestante battista di Varese Lidia Maggi.
Per tutte le tradizioni cristiane l’eucarestia (messa, divina liturgia, Santa Cena del Signore) è il segno sacramentale dell’unità in Cristo di tutta la Chiesa, quale comunità unica a servizio della salvezza del mondo. Ora nella storia i cristiani sono riusciti a trasformare il sacramento dell’unità nel segno delle loro divisioni. Tuttavia il peccato delle divisioni dottrinali e disciplinari non ha mai intaccato la venerazione della Parola di Dio, base di ogni sacramento, da cui ripartire per una vera riconciliazione.
Il vescovo Bianchi ha parlato dell’eucarestia cuore della città. Essa è contemporaneamente: fattore di nuovi rapporti umani di giustizia e di pace; denuncia di ogni forma di egoismo, oppressione e schiavitù; infine apertura, nella speranza, alla città celeste della piena comunione con Dio.
Il vescovo Zervos ha affermato che l’eucarestia è quel farmaco di vita eterna che inserisce i cristiani nella lode perfetta di Cristo al Padre. Nella divina liturgia la chiesa, unita al suo vescovo, modello e portatore di Cristo, diventa pregustazione della comunione celeste dei santi. Così Cristo supera tutte le divisioni e le esclusioni degli uomini. Chi è unito a Lui mediante il sacramento del suo Corpo e Sangue salva se stesso e tutti i suoi rapporti sociali quotidiani con i fratelli.
Infine la pastora Lidia Maggi ha auspicato una amicizia ecumenica tra tutte le chiese cristiane che sappia riconciliare le differenze, senza annullarle, ma piuttosto eliminare la loro unilateralità ed esclusività. Essa si è chiesta poi quale dono-contributo viene dalle chiese protestanti per la valorizzazione dell’eucarestia nella vita quotidiana e l’ha individuato nella dimensione sobria, discreta, intima e domestica della S.Cena del Signore. Questa non deve essere una cerimonia solenne, esteriore, frequente e autoreferenziale, ma una esperienza personale e collettiva che rinvia sempre più profondamente a Cristo, perché solo Lui “ha parole di vita eterna”! Nella tradizione protestante infatti la Parola di Dio ha il primato sui due sacramenti del Battesimo e della S.Cena. In nome dell’unico credo comune della salvezza dell’umanità in Cristo, la pastora ha infine invocato una alleanza pratica tra le chiese per iniziative urgenti di pace, giustizia, solidarietà ed evangelizzazione a servizio degli uomini di oggi, messi a dura prova  dalla globalizzazione economica e dal conseguente rimescolamento etnico.

Don Valter Pierini

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